Nuove strategie per gli studi professionali

di Luca Campagnoli Odcec Piacenza

Il lancio del nuovo portale WEB del Comitato scientifico è un’ottima occasione per fare qualche considerazione su quelle che possono essere le nuove strategie di sviluppo degli Studi Professionali in un momento in cui tutto cambia velocemente. Per questa breve sintesi prendo spunto da un documento dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano che ha realizzato in questi primi mesi dell’anno un report sul rapporto tra SMART DATA e Professionisti.

Per prima cosa è importante definire cosa si intende per SMART DATA: creare valore aggiunto da un insieme di dati destrutturati, attraverso una loro disposizione/organizzazione utilizzando sia competenze in ambito di analisi, dispositivi e applicazioni, sia conoscenze relative al contesto di mercato.

Nella realtà noi professionisti abbiamo la disponibilità di una grande quantità di dati. Per conto dei nostri clienti redigiamo atti giuridici, recuperiamo crediti, gestiamo contabilità, dialoghiamo con diversi enti della Pubblica Amministrazione, inviando moduli che riportano i dati utili a completare gli adempimenti previsti dalla legge. Il dato in questione, sembra essere solo un elemento di scarso valore che transita da un soggetto all’altro, al fine di soddisfare una richiesta normativa. L’immagine che ci possiamo fare è quella di un professionista con un forziere di cui ignora il contenuto e di cui non ha le chiavi. Spesso infatti non si ha coscienza che dentro il forziere esiste un tesoro custodito passivamente perché imposto dalla legge, ma che in realtà, potrebbe essere fonte di nuovi servizi per i clienti. Viceversa se si ha la consapevolezza di tale materiale informativo non si hanno gli strumenti e non si sa come sfruttare al meglio le informazioni possedute. Quanto descritto è ancora più rilevante considerato che oggi, per qualsiasi attività economica, la disponibilità del dato diventa fonte di conoscenza e di elaborazione di nuovi comportamenti, questo vale ancora di più per i professionisti, che trattano migliaia di dati e che dispongono di serie storiche invidiabili.

Sarebbe molto interessante provare a rivedere la nostra attività con una prospettiva nuova, meno tradizionale e meno soffocata dalla rincorsa della scadenza perduta per scoprire l’esistenza concreta di nuove opportunità. Si potrebbe lavorare sui dati, sia per migliorare le prestazioni dello studio, sia per ampliare i servizi forniti. I professionisti che, prima di altri, percepiranno il valore intrinseco dei dati in loro possesso, acquisiranno un vantaggio competitivo non indifferente e potranno implementare una serie di politiche interne allo Studio o di diversificazione del servizio, per raggiungere quel riposizionamento strategico che il cambiamento ci impone.

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