Incontro con il Dott. Luigi Pagliuca, Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Ragionieri e degli Esperti Contabili (CNPR) – www.cassaragionieri.it

di Maurizio Centra*

LA SITUAZIONE PREVIDENZIALE DEI RAGIONIERI COMMERCIALISTI SPIEGATA DAL PRESIDENTE CNPR 

DomandaIn attuazione del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 le casse di previdenza e assistenza dei professionisti sono state trasformate in associazioni o in fondazioni di diritto privato. Da allora molte cose sono cambiate e gli equilibri economici, patrimoniali e finanziari di alcune casse privatizzate sono stati messi a  “dura prova”. Dopo il default dell’Inpgi e il trasferimento all’Inps della gestione previdenziale dei giornalisti (dal 1° luglio 2022), tra gli esperti in materia previdenziale è ripreso il dibattito sulla sopravvivenza del sistema delle casse privatizzate, soprattutto a causa della progressiva diminuzione di nuovi iscritti agli ordini professionali. Questa tendenza potrebbe penalizzare la Cassa dei Ragionieri più di altri enti analoghi, considerato lo sfavorevole rapporto tra professionisti attivi (contribuenti) e pensionati, pertanto:

  • quali misure sono state prese dalla Cassa che presiede per scongiurare eventi negativi sul lungo periodo?
  • non crede che sarebbe opportuno riprendere in considerazione l’integrazione con la Cassa di previdenza dei Dottori Commercialisti oppure studiare soluzioni che favoriscano l’aggregazione con altre casse, considerando che già il d.lgs. 103/1996 ha previsto (art. 4) l’ente pluricategoriale? 

Risposta. La Cassa dei Ragionieri e degli Esperti Contabili ha affrontato proattivamente le sfide poste dalla trasformazione normativa e demografica, ponendo al centro della sua strategia la stabilità a lungo termine. La sostenibilità è stata assicurata attraverso piani di bilancio tecnico accuratamente strutturati, proiezioni a cinquant’anni e misure che assicurano equilibri economici, patrimoniali e finanziari robusti.

L’evoluzione più radicale è stata nel modo in cui le prestazioni pensionistiche sono calcolate. In passato, era in vigore il sistema reddituale. Questo metodo calcolava la pensione in base agli ultimi stipendi o redditi percepiti dal professionista prima della pensione, senza considerare effettivamente quanto fosse stato versato nel corso degli anni di attività. Tale sistema, pur garantendo prestazioni generose, presentava difficoltà di sostenibilità nel lungo periodo, specie in presenza di cambiamenti demografici o economici.

Il sistema ora adottato, invece, è il sistema contributivo. Questo metodo calcola la pensione sulla base delle effettive contribuzioni versate da un professionista nel corso della sua vita lavorativa, accumulando anno dopo anno un “montante individuale”. Ogni professionista, quindi, contribuisce con quanto dovuto a garantire la propria pensione futura. Il meccanismo è intrinsecamente più equilibrato e sostenibile, poiché ciò che viene erogato come pensione è strettamente legato a quanto è stato versato. La transizione verso il sistema contributivo ha rappresentato una mossa fondamentale per mettere in sicurezza il nostro ente, poiché ora ogni collega versa nel proprio montante gli importi necessari a provvedere alla sua previdenza.

La Cassa dei Ragionieri e degli Esperti Contabili riconosce l’importanza cruciale di una base di contribuenti solida e in crescita per garantire la sostenibilità del nostro istituto. Ovviamente, l’incremento della platea dei professionisti attivi ha un’influenza positiva sui flussi della Cnpr. È proprio con questa consapevolezza che, da anni, investiamo costantemente in iniziative di comunicazione per valorizzare e diffondere la figura dell’esperto contabile nel panorama professionale italiano. È motivo di orgoglio constatare che la sezione B registra un incremento costante; siamo convinti che la nostra strategia comunicativa stia dando i suoi frutti e che, almeno in parte, tale risultato sia frutto del nostro lavoro.

In merito alla questione di una eventuale fusione con la Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti, è importante sottolineare che, pur avendo valutato ogni possibile scenario, non vi è alcuna necessità o volontà reciproca di procedere in questa direzione. Tale ipotesi, infatti, è poco apprezzata dalla categoria da essere spesso utilizzata come “spettro” durante il rinnovo degli organi di rappresentanza allo scopo di strumentalizzare il voto. La priorità rimane quella di garantire un futuro sereno e stabile per tutti i nostri iscritti.

DomandaTra gli obiettivi dell’attuale Governo del nostro Paese c’è anche quello di migliorare il sistema pensionistico, secondo lei si potrebbe valutare l’adozione di regole comuni per le casse di previdenza dei professionisti, integrative di quelle stabilite dal d.lgs. 509/1994 e dal d.lgs. 103/1996, ad esempio in materia di: basi di calcolo dei contributi, modalità di raccolta, regole di investimento, analisi/valutazioni attuariali, procedure di recupero delle somme non versate e sistemi di controllo? 

Risposta. Certamente, ogni miglioramento rivolto a ottimizzare la gestione degli enti previdenziali e a migliorare i trattamenti pensionistici è accolto positivamente. L’adeguamento a nuove norme, regole di investimento e procedure di recupero contribuirà indubbiamente a rafforzare l’efficienza e la trasparenza del sistema, in sintonia con le Best Practice degli enti previdenziali privatizzati.

Tuttavia, bisogna considerare che ogni regola comune, proprio perché è pensata per una pluralità di soggetti, avrà per natura un carattere generico. Questo è inevitabile affinché la norma possa adattarsi a vari contesti e realtà diverse. Ma è anche vero che non tutti i meccanismi o le procedure adottati attualmente da enti specifici possono essere facilmente trasferiti o migliorati in un contesto più ampio. Prendiamo ad esempio il nostro caso: la “riscossione gentile” ha rappresentato per noi un metodo efficace. Questa procedura, che ha registrato buoni risultati, prevede che il Collega inadempiente venga contattato direttamente dagli uffici della Cnpr, con nuove opportunità e soluzioni per regolarizzare la sua posizione prima di ricorrere a misure più drastiche. Tuttavia, proprio a causa delle sue specificità, è impensabile che tale sistema possa essere standardizzato o imposto per legge a tutti gli enti.

È quindi fondamentale che, nel valutare l’introduzione di regole comuni, ci sia un equilibrio tra l’armonizzazione e il riconoscimento delle specificità di ogni struttura pensionistica, al fine di garantire efficienza, trasparenza e rispetto delle esigenze e delle realtà di ciascuno.

DomandaL’adozione del metodo contributivo e l’adeguamento automatico dell’età pensionabile, a partire dal 2010, hanno evitato al sistema pensionistico obbligatorio il default che gli esperti davano ormai per imminente, considerati i “tassi di sostituzione” e, per i Commercialisti, la flessione dei redditi medi reali. Non crede che la sua categoria dovrebbe promuovere la diffusione di forme di previdenza complementare tra gli iscritti? 

Risposta. Viviamo in un contesto economico in cui tanti contribuenti, compresi molti commercialisti, si trovano ad affrontare sfide finanziarie significative e, in alcuni casi, difficoltà nel versamento dei contributi previdenziali. L’adozione del metodo contributivo e gli adeguamenti dell’età pensionabile hanno certamente svolto un ruolo fondamentale nel garantire la sostenibilità a lungo termine del nostro sistema pensionistico obbligatorio, prevenendo le problematiche che molti esperti consideravano imminenti.

Tuttavia, è essenziale affrontare la situazione da una prospettiva realistica. Se da un lato la promozione di forme di previdenza complementare può rappresentare un’ottima opportunità per gli iscritti di garantirsi un futuro più sereno, bisogna anche riconoscere che ci sono professionisti che registrano notevole “fatica” a sostenere i costi previdenziali obbligatori. Per questi ultimi, l’idea di considerare la previdenza complementare può apparire come un lusso irraggiungibile.

Ecco perché, oltre a continuare a svolgere una moral suasion sulla previdenza complementare, è fondamentale, come categoria, continuare a sostenere e assistere coloro che sono in difficoltà, offrendo strumenti come la rimodulazione dei versamenti che, come accennato, consente una maggiore flessibilità e la possibilità di incrementare volontariamente le contribuzioni previdenziali, quando possibile. L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di garantire la migliore assistenza possibile a tutti gli iscritti, indipendentemente dalla loro situazione economica.

DomandaIn materia di lavoro, tra le difficoltà più evidenti c’è quella della carenza di giovani lavoratori in possesso di competenze adeguate alle esigenze dei datori di lavoro, siano essi imprenditori o professionisti. Questo fenomeno ha ripercussioni negative sull’efficienza delle strutture, sui costi di gestione e, in taluni casi, anche sui rischi di infortuni. Per cercare di contenerlo, senza “pesare” sul sistema pensionistico nel suo complesso, quali soluzioni ritiene che si potrebbero adottare? 

Risposta. L’assenza di giovani lavoratori con competenze adeguate rappresenta un problema strutturale. Le organizzazioni che ne risentono direttamente non possono, da sole, risolvere questa problematica. Questo non vuol dire che non possano essere messe in atto nuove iniziative che rendano meno pesante l’impatto per le strutture.

Un esempio concreto è quanto fatto dalla Cnpr per l’efficacia organizzativa e la modernizzazione che sono centrali nella nostra visione. Abbiamo attivamente cercato di rendere le nostre operazioni più snelle, produttive ed efficaci sempre con l’obiettivo di mantenere, se non migliorare, la qualità dei servizi offerti. Stiamo studiando altri progetti operativi che potrebbero includere:

  • Formazione e Aggiornamento Continuo. Investire nella formazione dei giovani lavoratori, offrendo percorsi formativi mirati alle esigenze attuali e future del mercato. Questo potrebbe includere partnership con istituti di formazione, università e centri di formazione professionale.
  • Tirocini e Stage. Creare programmi di tirocinio o stage che permettano ai giovani di acquisire esperienza pratica nel campo, pur avendo l’opportunità di apprendere e svilupparsi.
  • Flessibilità Lavorativa. Adottare modelli di lavoro flessibili che possano attrarre talenti più giovani, come il lavoro da remoto, orari flessibili e altri benefit che si allineano con le esigenze e le aspettative delle nuove generazioni.

Ovviamente, sono solo esempi; rimane la necessità strutturale del nostro Paese di incentivare la formazione professionale dei giovani.

In sintesi, pur riconoscendo le sfide, crediamo che con un approccio proattivo e innovativo si possano trovare soluzioni per colmare il divario di competenze e assicurare che le nostre realtà economiche continuino a prosperare.

DomandaNegli studi professionali era diffuso il “passaggio del testimone” dal padre al figlio o dal dominus al collega più giovane. Questo fenomeno, che ha riguardato anche i Commercialisti, sembra destinato a diventare un’eccezione, senza essere sostituito da un sistema più efficiente e basato sul merito. Secondo lei le professioni, o almeno le professioni economiche, sono destinate a trasformarsi in strutture sempre più vicine a quelle d’impresa e, considerati anche i costi d’ingresso sul mercato, con la presenza anche di soci finanziatori? 

Risposta. La natura e la struttura dei professionisti in Italia possono offrire opportunità uniche di adattamento e sinergia. Gli studi mono professionisti possono collaborare e creare coalizioni multidisciplinari, offrendo una gamma di servizi pur mantenendo l’autonomia, il che è fondamentale per il superamento delle crisi e per l’evoluzione positiva della professione.

DomandaLa legge 9 agosto 2023, n. 111, che delega il Governo ad adottare, entro due anni dall’entrata in vigore, uno o più decreti legislativi finalizzati alla revisione del sistema tributario, potrebbe modificare sostanzialmente i rapporti tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti, con vantaggi in termini di semplificazione e certezza del diritto, mentre per quanto riguarda la riduzione dell’imposizione – al momento – è lecito avere qualche dubbio. Molti Commercialisti si occupano di consulenza tributaria anche in via esclusiva, crede che tale riforma possa ridurre il loro lavoro? 

Risposta. Le professioni del Commercialista e dell’Esperto Contabile stanno vivendo una fase di trasformazione. La riforma tributaria, mentre può portare semplificazione e certezza, potrebbe anche ridimensionare il volume di lavoro legato alla consulenza fiscale. Tuttavia, la flessibilità e la capacità di adattamento dei professionisti possono catalizzare questa trasformazione in opportunità, valorizzando aspetti diversi della professione e adattandosi rapidamente ai nuovi orientamenti e alle nuove esigenze del mercato.

DomandaLe competenze dei Commercialisti sono ampie e diversificate, dall’economia aziendale al diritto societario, solo per fare degli esempi, ma sono poco conosciute quelle in materia di lavoro, con la conseguenza che, ad esempio, nei tribunali spesso ai Commercialisti vengono preferiti altri professionisti, anche quando si tratta di valutazioni o controlli basati sul bilancio di esercizio o sugli adeguati assetti organizzativi (art. 2086 c.c.). Non crede che il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e/o gli Ordini territoriali dovrebbero favorire la diffusione tra gli iscritti della cultura lavoristica, che comprende sia la previdenza sia la sicurezza, nonché “sostenere” il ruolo del Commercialista esperto in materia di lavoro nelle sedi istituzionali, non ultimo anche in considerazione della prevedibile evoluzione della professione nei prossimi anni? 

Risposta. È imprescindibile che i Commercialisti e gli Esperti Contabili amplino e promuovano le loro competenze, in particolare in materia di lavoro. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha il dovere di sostenere e promuovere la cultura lavoristica e la formazione continua tra i suoi membri, garantendo che la professione sia adeguatamente rappresentata in tutte le sedi istituzionali e che sia pronta ad abbracciare le evoluzioni future del settore.

*Odcec Roma

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.