Il piano d’emergenza e di evacuazione (terza parte)

di Sergio Vianello*

Il Programma di previsione e prevenzione, rispetto all’analisi e alla definizione del rischio terroristico, è orientato alla individuazione delle principali tipologie di evento rispetto alle quali potranno essere definite le procedure di intervento, nel rispetto delle competenze specifiche.

Le mansioni che presuppongono anche il contatto con il pubblico, sono quelle maggiormente esposte al rischio di minacce da parte di malintenzionati verso cose o persone. É possibile, infatti, che malintenzionati o folli, spontaneamente o in seguito a diverbio, assumano atteggiamenti volti a danneggiare l’ambiente e/o aggredire le persone presenti. A seconda della pericolosità delle minacce, potrebbe essere necessario attenersi ai seguenti comportamenti:

  • mantenere un atteggiamento calmo onde evitare di innervosire il malintenzionato e gli altri presenti;
  • non avvicinarsi troppo all’aggressore dato che potrebbe essere in possesso di armi o utilizzare come arma impropria oggetti presenti nell’ambiente;
  • cercare di calmare l’aggressore con parole ed atteggiamenti calmi e concilianti, senza discutere o contestare le sue dichiarazioni;
  • non intervenire direttamente sull’aggressore per non compromettere la propria sicurezza e quella dei presenti;
  • richiedere senza atteggiamenti allarmati ed in condizioni di completa sicurezza, l’intervento delle forze dell’ordine (numero unico dell’emergenza112);
  • cercare di far parlare il più possibile l’aggressore senza provocarlo fino all’arrivo delle forze dell’ordine.

Data la situazione internazionale che ha registrato il verificarsi di diversi attentati nelle più disparate forme, la possibilità che tali eventi possano verificarsi anche in Italia, non è totalmente da escludersi. Le infrastrutture critiche sono le risorse materiali, i servizi, i sistemi di tecnologia dell’informazione, le reti e i beni che, se danneggiati o distrutti, causerebbero gravi ripercussioni alle funzioni cruciali della società, tra cui la catena di approvvigionamenti, la salute, la sicurezza e il benessere economico o sociale dello Stato e della popolazione. I luoghi sensibili più esposti a rischio terrorismo sono:

  • edifici e monumenti storici e/o simbolici;
  • edifici pubblici, stazioni (ferroviarie, aeroportuali, marittime);
  • scuole, ospedali, stadi, teatri, cinema multisale, ecc.;
  • edifici sedi di organi governativi, militari, partiti politici, enti religiosi, ;
  • ipermercati, centri commerciali,ecc..

Il periodo più a rischio terrorismo è in occasione di:

  • feste religiose;
  • feste nazionali;
  • ricorrenze storiche o eventi politici;
  • manifestazioni sportive, culturali,sociali.

In caso di tentata minaccia di attentato terroristico con ordigni o chimico batteriologico, è richiesto lo sfollamento dell’ambiente per eliminare i rischi e permettere alle forze dell’ordine di bonificare l’ambiente. Di fatto occorre attuare una procedura di sfollamento come prevista in caso d’incendio ed in più è necessario attenersi ai comportamenti seguenti:

  • chiunque riceva la telefonata di preavviso, deve mantenere la calma, non riattaccare il telefono, cercare di ottenere più informazioni possibili in merito al tipo di minaccia e le modalità di esecuzione, tentare di memorizzare le caratteristiche vocali, tono, accento della voce dell’interlocutore, eventuali rumori di fondo provenienti dall’apparecchio del chiamante. Queste informazioni potrebbero essere utili alle forze dell’ordine;
  • al termine della telefonata informare immediatamente il coordinatore delle operazioni di emergenza o il suo sostituto presente, mettendolo al corrente dei particolari acquisiti. Non informare altri per evitare diffusione di panico;
  • allertare su istruzione del coordinatore delle operazioni di emergenza le forze dell’ordine (numero unico dell’emergenza112);
  • abbandonare i locali con calma seguendo le istruzioni del coordinatore delle operazioni di emergenza. Non raccogliere effetti personali, sfollare senza indugio evitando comunque di correre e di spingere chi precede;
  • non cercare per nessuna ragione di tornare sui propri passi per non intralciare il regolare deflusso di altre persone;
  • prestare ove possibile l’aiuto necessario alle persone presenti che abbiano difficoltà motorie (disabili, donne in stato interessante, bambini o persone anziane);
  • il coordinatore delle operazioni di emergenza prima di uscire, ove possibile, effettui una rapida ricognizione per controllare l’effettivo abbandono di tutti i locali ed una ricognizione solo visiva dell’ambiente per poter segnalare alle forze dell’ordine l’eventuale presenza di oggetti inconsueti o sconosciuti;
  • aprire o lasciare aperte le porte interne e le finestre al fine di ridurre la propagazione di schegge qualora si verifichino esplosioni;
  • allontanarsi dall’edificio secondo le indicazioni del coordinatore delle operazioni di emergenza o delle forze dell’ordine per portarsi al di fuori degli effetti di una possibile esplosione.

In caso di rinvenimento di sostanze sospette, gli aspetti più importanti da osservare non sono solo evitarne il contatto, ma anche di evitarne il più possibile la diffusione. Le norme che seguono sono riferite fondamentalmente alla minaccia venuta alla ribalta in questi ultimi tempi costituita dall’antrace, ma in linea di principio sono valide per tutti gli agenti batteriologici e chimici. Per lettera sospetta si intende generalmente corrispondenza con indirizzo generico e spesso inesatto in qualche sua parte, qualifica e titolo del destinatario, senza indicazione del mittente o indicazione manifestamente inesatta.

Un pacco sospetto è semplicemente un plico rinvenuto generalmente in luogo insolito e di cui non si conosce il proprietario o colui che lo ha abbandonato.

In caso di rinvenimento di oggetto sospetto senza fuoriuscita di materiale, non aprire la busta o il pacco e se possibile senza toccarlo cercare di coprirlo con panni o cose di piccole dimensioni, anche il cestino dei rifiuti o altro. Chiudere porte e finestre, non far entrare nessuno nel locale. Lavare le mani con acqua e sapone. Informare le autorità sanitarie e di pubblica sicurezza (PS) e fare un elenco di tutte le persone che sono venute a contatto con l’oggetto sospetto.

In caso di rinvenimento di oggetto sospetto con fuoriuscita di materiale, non cercare di pulire la polvere o rimuovere il liquido, se possibile cercare di coprire il materiale senza venirne in contatto. Chiudere porte e finestre, non far entrare nessuno nel locale. In caso di polveri lavare le mani con acqua e sapone. In caso di liquidi pulire con stracci, cotone o comunque materiali assorbenti le parti del corpo che ne sono venute a contatto solo appoggiando e togliendo il tampone. Assolutamente non strofinare per evitare che l’area venuta a contatto col materiale si espanda. Agire possibilmente con guanti protettivi o comunque in modo che la mano che rimuove il materiale sospetto non ne venga a contatto. Informare le autorità sanitarie e di P.S.; fare un elenco di tutte le persone che sono venute a contatto con il materiale sospetto.

Agenti chimici o batteriologici
Generalmente tali agenti si presentano sotto forma di polveri biancastre (come l’antrace) o liquidi più o meno densi generalmente lievemente giallognoli e con odore che rassomiglia all’aglio (come le mostarde solforose). Le armi chimiche sono l’incubo degli Stati perché non è difficile produrle (basta un impianto chimico mediamente attrezzato), fanno molte vittime e sono difficilmente contrastabili, data la loro natura volatile e per questa ragione si teme anche che possano essere usate da gruppi terroristici. Anche i mezzi più comunemente consigliati alle popolazioni civili a rischio (per esempio agli stessi statunitensi e agli israeliani) sono poco efficaci. Alcune sostanze, inoltre, penetrano non solo attraverso il sistema respiratorio (quindi possono essere bloccate dalle maschere antigas) ma anche attraverso i pori della pelle, e non è pensabile che tutti possano avere a disposizione tute speciali e, soprattutto, il tempo sufficiente per indossarle. I composti più comuni con i loro effetti sono i seguenti:

Mostarde solforose

Sono agenti che provocano vesciche e distruggono le cellule. Sono in genere di un colore che va dal giallo al marrone, con un odore che ricorda l’aglio o la senape. Se diffuse in forma di vapore o nei liquidi possono essere assorbite attraverso gli occhi, la pelle e le mucose. Causano danni alla pelle, agli occhi e alle vie respiratorie oltre a una graduale diminuzione dei globuli rossi e bianchi. Danno anche luogo a intossicazioni neurologiche e gastrointestinali. Il dolore e gli altri effetti clinici compaiono dopo 1-24 ore. Non esiste un antidoto. L’unico modo per eliminarle è la decontaminazione delle aree potenzialmente esposte.

VX

É un composto ad alta tossicità, liquido o gassoso, che aggredisce il sistema nervoso centrale. É 100 volte più tossico se penetra attraverso la pelle piuttosto che in forma di gas. Resiste a lungo se non piove e per mesi se c’è molto freddo. Causa la morte dopo pochi minuti di esposizione. I sintomi includono lacrimazione e salivazione,

sudorazione eccessiva, difficoltà di respirazione, difficoltà della vista, nausea e contrazioni muscolari. Uccide bloccando la muscolatura respiratoria. La prima cosa da fare è togliersi i vestiti e lavarsi abbondantemente con acqua. Esiste un antidoto.

Cloro

É un gas giallo-verde dall’odore pungente, più pesante dell’aria. Reagisce con molti composti organici provocando incendi ed esplosioni. É corrosivo per gli occhi e la pelle e può provocare ustioni e difficoltà visive. Se inalato provoca edema polmonare (acqua nei polmoni), che si manifesta solo alcune ore dopo l’esposizione. L’unico antidoto è respirare aria fresca e fare abbondanti spugnature con acqua per eliminarlo dalla pelle.

Cianuro idrogenato

Esiste in forma gassosa o liquida ed esala vapori tossici infiammabili. Ha un’alta capacità esplosiva. L’esposizione irrita gli occhi, la pelle e le vie respiratorie. I sintomi sono ustioni e arrossamenti della pelle e degli occhi. L’inalazione causa uno stato confusionale, sonnolenza e respiro affannoso, fino al collasso. Questa sostanza può danneggiare il sistema nervoso centrale, le vie respiratorie e la circolazione. Anche in questo caso non c’è un antidoto specifico, ma bisogna al più presto respirare aria pulita e lavarsi abbondantemente.

Sarin

É il gas usato nel corso della Prima guerra mondiale. Aggredisce il sistema nervoso (è chiamato anche gas nervino). Causa la morte dopo pochi minuti di esposizione. Penetra nel corpo per inalazione, ingestione, attraverso gli occhi e la pelle. I sintomi sono vari, ma includono lacrimazione e salivazione, sudorazione eccessiva, difficoltà di respirazione, difficoltà della vista, nausea, vomito, contrazioni muscolari e mal di testa. La morte avviene per blocco della muscolatura respiratoria. É importante togliersi al più presto i vestiti e lavarsi bene il corpo e gli occhi. Esiste un antidoto.

Gli spunti di riflessione proposti negli articoli proposti meritano una particolare attenzione perché sottendono a tre richieste che le persone pongono e verso i quali un sistema di emergenza dovrebbe trovare delle adeguate soluzioni. In buona sostanza tutti chiedono in caso di emergenza:

  • di essere messi nelle condizioni di porsi in salvo;
  • di sapere le sorti delle persone con le quali ci si trovava nel luogo sottoposto ad emergenza;
  • di essere informati su quanto sta accadendo.

Se tali richieste sono sufficientemente soddisfatte le persone mostrano una adeguata predisposizione alla collaborazione, anche in circostanze molto difficili quali quelle esaminate.

* Ordine Ingegneri di Milano – Osservatore esterno Commissione lavoro ODCEC Milano.

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