“La chiarezza è l’onestà dello studioso” (Giuseppe Pera)

di Maurizio Centra* 

Il 6 e 7 ottobre 2017 a Lucca, nella splendida cornice del Complesso conventuale di San Francesco, a dieci anni dalla scomparsa del Prof. Giuseppe Pera si è tenuto un importante convegno in materia di lavoro, organizzato dalla Fondazione che porta il suo nome. Lungi dall’essere un evento prettamente commemorativo, anche se non sono mancati ricordi, aneddoti e notizie inedite sul Maestro, il convegno ha pienamente onorato il suo titolo Conversazioni sul lavoro dedicate a Giuseppe Pera dai suoi allievi e rispettato le volontà del Prof. Pera, che non amava i discorsi e gli scritti in onore, tanto che nel 1993 ebbe a dire: “personalmente non voglio niente, né studi né discorsi, né in onore, né in memoria, come non volle niente la mia Maestra” (Luisa Riva Sanseverino – n.d.r.).

Dopo l’apertura dei lavori a cura della Presidente e del Direttore della Fondazione Giuseppe Pera, rispettivamente la Prof. ssa Ilaria Milianti e l’Avv. Marco Cattani, sul palco si sono avvicendati giuristi di chiara fama, che hanno trattato argomenti di estremo interesse scientifico, approfondendo il contributo di Giuseppe Pera su ciascuno di essi con valutazioni critiche e comparative, come avrebbe gradito il Maestro. L’attenzione e la partecipazione degli intervenuti è stata elevata e costante per tutto il convegno e, tra una sessione e l’altra, alcuni musicisti dell’istituto Luigi Boccherini di Lucca hanno eseguito degli intermezzi musicali, che hanno riscosso l’apprezzamento della platea.

È stato istruttivo ascoltare tante voci diverse su argomenti basilari per coloro che si occupano della materia del lavoro e conoscere meglio il pensiero di Giuseppe Pera, “scoprendone” l’attualità. Tra gli altri, dall’intervento del Prof. Del Punta è emerso l’approccio rigoroso e senza pregiudizi del Maestro nei confronti della materia, come il rispetto del pensiero altrui e la ricerca costante della chiarezza espositiva. L’onestà intellettuale di Giuseppe Pera è emersa da tutti gli interventi, ma in quello del Prof. Ichino, sull’argomento della Rivista italiana di diritto del lavoro (Giuffé), si è coniugata con la capacità del Maestro, nei vent’anni in cui è stato direttore della stessa Rivista, di fornire ai redattori indicazioni precise e puntuali sugli argomenti da trattare, ma rispettandone sempre l’autonomia. L’intervento del Prof. De Luca Tamajo sul licenziamento per motivo oggettivo e collettivo ha evidenziato gli aspetti attuali del pensiero di Giuseppe Pera al riguardo, come ha fatto anche il Prof. Albi in materia di rinunce e transazioni. Originale, ricco di spunti di riflessione e a tratti commovente – per taluni ricordi personali – l’intervento del Prof. Mazzotta sul licenziamento disciplinare.

Proprio al Prof. Oronzo Mazzotta è legato uno degli episodi significativi della vita del Maestro, la cui rettitudine morale è ancora oggi di esempio, e risale all’anno 2001 quando, approssimandosi il suo pensionamento, rinunciò a passare fuori ruolo per il periodo di tre anni, favorendo così la nomina di un professore ordinario che prendesse il suo posto, come in effetti è poi avvenuto nella persona del Prof. Mazzotta. In quell’occasione Giuseppe Pera, con la sua “fedele” Olivetti Linea 96, scrisse al Rettore dell’Università di Pisa la seguente lettera: «Chiarissimo Rettore, sono Giuseppe Pera professore ordinario di diritto del lavoro nella facoltà di giurisprudenza. Nato il 9 dicembre 1928, il 31 ottobre 2001 dovrò cessare dall’insegnamento attivo, passando fuori ruolo per i tre anni previsti, fino alla maturazione dell’età del pensionamento. Con la presente Le esprimo la mia volontà di essere collocato in pensione alla data del 31 ottobre 2001 […]. Rinuncio con rammarico al fuori ruolo che mi consentirebbe frequenti contatti con la facoltà in cui lavoro dal 1952. Mi dimetto alla data indicata per mettere a disposizione della Facoltà il mio stipendio, nella speranza che si voglia chiamare non appena possibile un professore ordinario che possa subentrare alla data del 1° novembre 2001». Sicuro di aver fatto la scelta giusta, inviò poi una copia della stessa lettera al Prof. Mazzotta, aggiungendovi a mano: «Caro Mazzotta, Le invio copia della mia lettera al Rettore nella speranza che possa interessarLe». In realtà di episodi che attestino le qualità umane e professionali di Giuseppe Pera ce ne sono tantissimi e contribuiscono, semmai ce ne fosse bisogno, a definirne la personalità.

I Maestri esistono dunque e il Prof. Pera ne è la prova. Sta a coloro che hanno la fortuna di incontrarli di non disperderne gli insegnamenti, ad esempio mediante iniziative serie e oneste come quella di Lucca qui brevemente illustrata, che favoriscano la conoscenza e l’analisi critica del loro pensiero, senza inutili orpelli ma con la pragmatica volontà di raccoglierne il testimone, riconoscendo il valore di quanto hanno fatto per gli altri.

* Odcec Roma

 

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