Riflessioni – la lezione di Papa Francesco

di Salvatore Catarraso*

“Non possiamo tuttavia dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà, con conseguenze funeste … bisogna lottare per vivere e, spesso, per vivere con poca dignità … oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole.

Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa … in questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza”. Troviamo queste parole nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Mettono in evidenza la situazione di difficoltà che molti uomini e donne sono costrette ad affrontare. Richiamano l’attenzione sulla dignità dell’essere e sotto- lineano il concetto che senza lavoro non c’è dignità. Riecheggiano parole di monito sui termini: “economia dell’esclusione”, “inequità”, “competitività”, “legge del più for- te”, “globalizzazione dell’indifferenza” e parole di rimprovero “incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, co- me se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete”.

I Commercialisti possono contribuire ad una società migliore? A mio parere sì, per- ché hanno le competenze giuste ed ognuno può efficacemente contribuire ad un percorso virtuoso. L’Area Lavoro è un tassello importantissimo del mosaico professionale. Tutti si devono impegnare a formulare pro- poste innovative, tutti hanno il dovere di incalzare le istituzioni per interventi efficaci, tutti devono sostenere colleghi capaci di prendere ruoli di responsabilità per migliora- re la società. In sintesi è doveroso fare squadra per il bene comune.

I Commercialisti possono avere una missione sociale: studiare e proporre proposte innovative per fare della disoccupazione un male curabile.

Le esortazioni di Papa Francesco sono valide per credenti e non, e sono valide, soprattutto, per coloro che hanno a cuore le sorti dei nostri figli.

* Ordine di Roma

 

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