Dove non arrivano gli ammortizzatori c’è il FIS …ma non per tutti

di Salvatore Catarraso*

La circolare Inps n. 176 del 9 settembre 2016 regolamenta l’applicazione del Fondo Integrativo Salariale (FIS), a norma del decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 148 e del decreto interministeriale n. 94343 del 3 febbraio 2016.

L’origine del FIS si trova nell’articolo 3, comma 19 della legge n. 92/2012, che prevedeva, a decorrere dal 1° gennaio 2014, l’attivazione di un Fondo di solidarietà residuale volto a tutelare, in costanza di rapporto di lavoro, il reddito dei lavoratori dipendenti dalle imprese – con più di quindici dipendenti – appartenenti ai settori, tipologie e classi dimensionali non rientranti nel campo di applicazione della normativa in materia d’integrazione salariale, laddove non fossero stati stipulati accordi collettivi volti all’attivazione di fondi di solidarietà bilaterali o fondi di solidarietà bilaterali alternativi di cui, rispettivamente, ai commi 4 e 14 dell’art. 3 della stessa legge. Continua a leggere

Attività lavorativa dislocata e Smart Working

di Sergio Vianello* 

Lo Smart Working o Lavoro Agile, di cui il legislatore si sta occupando in questo periodo, come si legge anche in un altro articolo di questa rivista, è una modalità di esecuzione del lavoro subordinato che ha indubbiamente dei tratti in comune con alcune delle modalità esistenti, ma al tempo stesso se ne allontana, essendo dotato di caratteristiche che lo rendono unico, più di quanto non dica il titolo del disegno di legge approvato dal Senato, ora all’esame della Camera “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.  Continua a leggere

Rassegna di Giurisprudenza

di Bernardina Calafiori* 

Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, 1 marzo 2016, n. 1022 – est. Scarzella. Retribuzione – In natura – Benefit- Autovettura Aziendale

L’integrale sostentamento, da parte del dipendente, del valore dell’uso privato dell’autovettura aziendale e l’indiscusso utilizzo “promiscuo” della medesima, il cui costo “aziendale” è stato legittimamente sostenuto dal datore di lavoro, stante la sua diretta connessione causale con i costi propri della mansione lavorativa affidata al dipendente, non costituisce il riconoscimento di un emolumento retributivo (in natura) a favore di quest’ultimo.” Continua a leggere